La mia crisalide

La mia crisalide detta “Cris” finalmente è finita. Ho impiegato un tempo immemorabile tra gioie e dolori, sfinimento e accanimento. L’ho scolpita, l’ho martellata, l’ho lisciata. Ora posso guardarla compiaciuta anche se ho ancora nelle vene l’andrenalina da finizione. Andrei ancora avanti, avanti e avanti.Finita una scultura, dovevo iniziarne un’altra e nella mia testa girava questa idea della crisalide….il bozzolo….un’essere in evoluzione…. la farfalla….una fanciulla che ne esce. La forza e la tenacia, la dolcezza vulnerabile e la potenza della natura. La donna….Così un giorno ne parlo con i miei amici scultori e di li, inizia un lavoro per me impegnativo ma di grandi soddisfazioni.

Per la mia “Cris” sono stati utilizzati dei legni da imballo, sei “barotti” 4×4 lunghi 2 metri di essenze diverse. Tagliati ed incollati a 1.50 di lunghezza, successivamente sagomati a forma di bozzolo con una raspa circolare. E qui devo aprire una parentesi importante. Ho avuto un grande aiuto da parte di Massimo, Pino, Enrico, Bruno per tutte le cose che ancora non so fare…usare la motosega…la raspa elettrica….la saldatrice, con una buona dose di supporto morale quando la Cris faceva i capricci.

I legni diversi sono stati una sfida e un buon esercizio.   Mi sono divertita a disegnare la scultura come su un foglio bianco da riempire, fiori, foglie e farfalle scolpite ovunque. La Cris, inizialmente progettata con gli occhi chiusi, si è dovuta svegliare perchè non ha retto le prese in giro….”sembra una morta”…”così mi fa tristezza”…”non la porterai a casa così?”….

Nello stesso tempo dovevo fare i conti con problemi familiari, anche dolorosi e devo dire che la Cris mi è stata d’aiuto. Forse è per questo motivo che non riesco a definirla veramente ultimata. In qualche modo ho ancora bisogno di lei. La scultura come panacea, la scultura come anestetico.

Dunque, per farne un bilancio posso dire di essermi anche divertita!

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