Ed ora non mi resta che appenderlo vicino alle Stelle alpine che avevo fatto anni fa. Un domani forse farò dei Crocus albiflorus o delle Saxifraga oppositifolia, un Cardo o una bellissima Cosmea, tutti fiori di montagna e avrei solo l’imbarazzo della scelta oltre che l’imbarazzo per le mie capacità limitate.Ma da mezza montagnina, quale sono, nello scolpire fiori di montagna mi sento appagata, mi riportano all’aria frizzante, ai suoni lontani delle campane delle mucche, ai prati che sembrano distese di tappeti.Comunque tornando all’argomento scultura-genziane, ho utilizzato legno di tiglio e per la finitura, prima un impregnante all’acqua tinta pino, poi dopo una carteggiata selettiva, ho passato la cera d’api nelle zone chiare lasciando l’impregnante colorato solo sui fiori. Avevo iniziato le genziane due anni fa…..ed ero arrivata ad un punto per quei tempi soddisfacente. Ma con l’acquisizione di nuove capacità, dopo averlo piallato, insomma cancellato, l’ho rifatto dando profondità al pezzo. Forse tra qualche anno lo ripiallerò e chissà…..
L’aggiunta nel progetto, della farfalla, è stata fatta su consiglio di mia suocera, buona esteta. Lungimirante idea positiva. Arrivederci con la prossima mia “scultura”. Luisa
temevo che non ti piacessero più le genzianelle visto che non le hai messe ne ” i miei lavori”. Mi sono ricreduto leggendo l’articolo.
Mi piace.
Enrico
Enrico come sai, la finitura delle genzianelle mi ha fatto penare. Si dice che sbagliando s’impara, chi non ha testa mette gambe e poi, chi sa cos’altro…. io dovrei conoscere tutti i detti….Per fortuna non ho perso l’entusiasmo !
Non si finisce mai di imparare ! ! !
L’importante é non scoraggiarsi mai. Credo comunque abbia fatto un buon lavoro.