Una cultura che per molti di noi è sconosciuta, di difficile interpretazione, ma con la passione della scultura che ci accomuna.
Dal Vancouver Canada Museum dell’Antropologia.
La raccolta è iniziata nel 1920, quando l’Ente Parco ha acquistato quattro totem dal villaggio Alert Bay di Vancouver Island. I totem acquistati provenivano da Haida Gwaii (Queen Charlotte Islands) . Dalle coste paludose e dalle foreste pluviali della costa nord occidentale venivano portati via dagli ufficiali coloniali e rivenduti ai mercanti d’arte. Le tribù dei nativi subivano la violenza dei furti dei totem, quando non erano distrutti dai missionari che ne vedevano erroneamente un ostacolo alla conversione. I Totem erano scolpiti in legno di cedro e rappresentavano lo status sociale, l’appartenenza ai clan, eventi di rilievo, richiami simbolici e simboli funerari.
La pittrice Emily Carr , famosa come la pittrice degli alberi, negli anni venti studiò e copiò i disegni dei totem delle tribù indiane con le quali aveva convissuto e stretto rapporti di amicizia. Studiò i loro significati e con le sue opere portò fino a noi la testimonianza dell’arte nativa d’America.
L’intagliatore prima di iniziare il suo lavoro, eseguiva delle danze propiziatorie, poi il palo veniva bruciato alla base per fornire una sorta di resistenza alla rottura e issato con delle funi da più persone.
Gli haida, avevano stabilito un ordinamento sociale piuttosto complesso molto tempo prima del 1774, quando arrivarono gli europei. Si dividevano nel clan dell’Aquila e quello del Corvo, stabiliti alla nascita attraverso la linea di discendenza della madre. I matrimoni venivano combinati solo tra giovani di clan diverso e dalle madri.
Le insegne delle famiglie o dei clan, avevano come simboli creature reali o mitiche , un mezzo di identificazione personale. Il clan dell’Aquila era contrassegnato da aquile, cormorani, castori o pescecani, mentre le insegne del clan del Corvo capre, orche, grizzly e arcobaleni. I totem venivano scolpiti con perizia e poi colorati.
Varrebbe proprio la pena approfondire un interessante argomento come questo.
Ho letto L’amante del bosco di Susan Vreerland un libro sulla vita della pittrice Emily Carr e da quella let-tura mi si è aperto un interesse verso la scultura indiana. Ho trovato poco materiale e di vedute incongruenti.
Bellissime fotografie e argomento brava Luisa
Grazie