Parlami

Ho scolpito “Parlami” circa un anno fa.

Opera sofferta ma con un finale che mi ha dato tante soddisfazioni.

 

 

Ogni scultura è frutto di un momento particolare della nostra vita. “Parlami” è stata come un viaggio interiore. Per un osservatore è sicuramente difficile da comprendere.

Da un disegno e da un blocco di plastilina ho iniziato a modellare e a dar vita alla mia idea. Ogni curva è un racconto. Senza il modello in plastilina sarebbe stato difficile arrivare a quella che poi è stata la forma definitiva da scolpire sul legno.

Il problema è stato trovare il legno adatto per poter iniziare il lavoro. I particolari da fare erano tanti e soprattutto piccoli, come i lineamenti del viso. Ci voleva un legno adatto che non desse problemi. Su consiglio di un amico scultore ho optato per l’ Ontano o anche comunemente detto Verna. Più pezzi levigati ed incollati insieme con maestria, ed ecco il blocco è pronto.

Ho impiegato un bel pò di tempo nel realizzare “Parlami” anche perchè durante il periodo della lavorazione sono stata diverse volte in viaggio. Ma ogni volta che dovevo partire sentivo la necessità di ritornare al più presto. “Parlami” sembrava un richiamo. Avevo l’urgenza di finirla, non solo per i termini del progetto “Ardendo il ciocco mi parlava di te”, per il quale era stata creata, ma anche per un mio motivo più personale e di cui solo io ne sapevo la ragione.                                                                                                                  Dai tagli geometrici tattici, sono passata alle forme morbide del corpo della donna e poi la contaminazione con altri materiali estranei al legno. Il rame per le amigdale taglienti e per le volute sul capo.  Il mare di resina, con tocchi di colore, per il piano.

“Parlami”

Inizia a raccontare.

Inizia a scrivere una storia

 

Le lame taglienti sono le ferite dell’anima. Le volute sul capo sono i sogni. Le lune che si rincorrono sono il tempo che trascorre e la foglia-lingua di fuoco è il simbolo di vita che nasce e vita vissuta. Non manca poi la spirale dell’esistenza con l’occhio che guarda e accompagna vigile. La fanciulla sembra dormiente ma è soltanto sopita, in attesa di eventi, in attesa che qualcuno le parli. Parole non dette, parole sperate. Il suo corpo giace su un mare di lava incandescente.

“Parlami”