Vigeland , lo scultore che glorificava la vita.

In uno dei miei viaggi in Norvegia, ho visitato Oslo. Ero un pò titubante non perchè non ami visitare le capitali europee, ma dopo un full immersion nella stupefacente natura dei fiordi, non volevo uscire da quel mondo fatato che da cui mi ero fatta rapire.Ma mi sbagliavo. I norvegesi amano il loro territorio, sono un popolo da ammirare, ovunque anche nelle città regna una sorta di alchimia e un equilibrio con la natura. Per le vie e i giardini di Oslo si possono ammirare sculture a cielo aperto, immerse in giardini fioriti.Ma l’apoteosi della scultura si può ammirare nel parco dedicato allo scultore Gustav Vigeland

Il Monolito qui sotto, è composto da ben 121 corpi intrecciati scolpiti in un’unica pietra a cui hanno dato diversi significati dall’inno alla vita, alla lotta per la vita poi ancora al ciclo umano.Il Parco è stato  il luogo dove ha vissuto e creato lo scultore Vigeland e dopo la sua morte, come da precedenti accordi, è diventato un museo del comune di Oslo.Le sculture di Vigeland sono un inno alla vita, all’amore, alla maternità; ritrae l’uomo dalla nascita  alla vecchiaia.Qui sotto la Livshjulet, la ruota della vita, quattro adulti e tre bambini si rincorrono formando una treccia. Vigeland ha sempre creato le sue sculture senza aiuto di nessuno, figlio di artigiani e contadini, con un passato di apprendista intagliatore, studi all’accademia; ha dato il via alla sua carriera con degli importanti restauri fino a concretizzare il suo stile.
Figure che si intrecciano, giocano, si amano, si consolano. Vigeland glorificava la vita e tutti i suoi momenti.Fece creare un ponte lungo 100 metri in granito, sulle cui sponde posizionò 58 sue figure, tra cui la più famosa, la Sinnataggen o bambino furioso.

Il parco è meta di gite domenicali delle famiglie che si dilettano tra laghetti dai bordi fioriti e piante secolari. Tutto estremamente curato e pulito, come del resto tutto il paese da nord a sud, indice della civiltà e rispetto dei norvegesi. Non mancano gli innumerevoli turisti curiosi e divertiti come lo sono stata io, e ahimè abito troppo lontano per poterci ritornare spesso. Vi invito però, a documentarvi ancora, sperando che a qualcuno possano essere d’ispirazione per qualche bella scultura.